Per un Anpi integrata nel territorio siracusano, promotrice di pace e valori

Il 23 marzo nel salone della Cgil si è riunito il gruppo provinciale dell’Anpi in vista della preparazione alla prima conferenza organizzativa dell’associazione al Sud che si svolgerà il 6 e 7 aprile a Paestum in piena continuità con i deliberati del XVII Congresso Nazionale.

L’età media dei presenti in sala era alta, mancavano i giovani. Eppure, fin dalla relazione del segretario Francesco Randone, e a seguire dagli interventi del presidente Umberto Di Giovanni e di tutti gli altri si percepiva un’aria frizzante di gioventù.

C’era voglia di partecipazione, di dare un apporto importante nell’attuale contesto del Mezzogiorno. Ma non solo al sud e in Italia; in tutta Europa c’è bisogno di un rigoroso salto di qualità dei valori antifascisti, umani, in un continente pieno di fermenti di guerra da parte dei capi di governo come sbigottimento e paura da parte della maggioranza dei cittadini europei.

“In tutte le province bisogna declinare i principi fondamentali della costituzione calpestata e sconosciuta. Oggi più che mai è indispensabile il ruolo attivo dell’Anpi”.

Questo osserva il documento della conferenza organizzativa, il cui titolo è: “L’Anpi del sud, un contributo fondamentale per il radicamento della resistenza e della costituzione nel Paese. Per un’Italia unita, un’Italia giusta”.

Ma adesso, dopo 76 anni di storia, abbassatasi la polvere delle primogeniture si va a evidenziare molto altro: “Il sud fu pesantemente presente nella lotta di liberazione”.

Al di là delle quattro memorabili giornate cruente d’insurrezione popolare a Napoli che costarono la vita a 562 napoletani, ci furono lotte e resistenza in piccole altre realtà in cui singoli o gruppi di meridionali, anche donne, non accettarono le barbarie nazifasciste sollevandosi contro.

Ma quello che a volte non si menziona fu la decisione di 800mila militari italiani, fra cui quasi 200mila meridionali che, catturati dai tedeschi, furono posti di fronte a una angosciosa scelta: o entrare nell’esercito di Mussolini o essere inviati ai lavori forzati. 650mila rifiutarono venendo privati della dignità militare e delle garanzie previste dalla Convenzione di Ginevra. Quella fu la prima forma di Resistenza “disarmata”, un atteggiamento che provocò la reazione dei tedeschi. E fu così che, fra campi di lavoro forzati e lager, morirono tra 37mila e 70mila persone per le condizioni disumane di vita e per le angherie e violenze (questo numero varia perché furono divisi in 60 luoghi fra campi di lavoro, anche miniere, e lager di concentramento. I seguenti link approfondiscono molto anche sul numero di siciliani e riportando una vasta bibliografia di libri scritti.

https://www.ns-zwangsarbeit.de/it/internati-militari-italiani/temi/la-deportazione-verso-i-campi-di-prigionia-tedeschi/; https://www.isiciliani.it/27-gennaio-giorno-della-memoria-onoriamo-i-siciliani-in-865-deportati-nei-lager-nazisti-e-le-decine-di-migliaia-di-i-m-i-rinchiusi-nei-campi/).

A ciò si aggiunse il fatto che coloro che riuscirono a tornare al sud non furono considerati neppure nelle loro famiglie. Il loro gesto fu per molti considerato una vigliaccheria, per questo si chiusero in un dignitoso silenzio, non richiedendo in tanti un’indennità statale (eroi seppelliti). Mentre altri parteciparono alla lotta di liberazione insieme ai partigiani greci, albanesi, ecc. nonostante provenissero da esperienze terribili come fu quella di Russia. Sono episodi storici in cui fu superbo il contributo che diedero i figli del mezzogiorno d’Italia.

Oggi più che mai l’Anpi ha un grande ruolo da svolgere al sud, perché sono state proposte leggi come quell’autonomia differenziata (secessione) che vuole dividere la nazione e il premierato che vorrebbe un capo racchiudendo in sé la funzione di quasi tutti i poteri dello Stato.

Sono iniziative che nascono dall’egoismo delle regioni più ricche e dalla volontà antidemocratica d’avere tutto nel potere di pochi. Si giungerebbe a un capo del consiglio che discuterebbe solo con altre inamovibili politici per cinque anni quali i presidenti di regione e questi con altre figure inamovibili anch’essi per cinque anni, i sindaci. Una trasformazione totale della carta costituzione dove l’opposizione dovrebbe stare solo a guardare in panchina con i suoi parlamentari nazionali, regionali e consiglieri comunali sperando di vincere nel turno successivo.

Tutto verrebbe sorretto da questa sciagurata legge elettorale che si avvicina a quella Acerbo del 1923 che portò all’elezione del duce.

Ecco perché la situazione è drammatica con questi personaggi della destra al governo che potrebbero arrivare al controllo non solo dell’esecutivo, ma anche del parlamento, della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura. Tutto senza violare la Carta costituzionale.

Nei vari interventi si è tenuto ben presente ciò che si creerebbe in un’Italia divisa, diseguale anche al nord fra i pochi ricchi e i tanti sempre più poveri. Davanti a questa triste situazione gli interventi sono stati appassionanti e la sala fremeva. È intervenuto anche il sacerdote Giuseppe Di Rosa, a cui è stata data una tessera onoraria. Egli ha citato papa Francesco, unico messaggero di pace, voce dissonante fra i potenti. Poi ricordando i suoi quattro cugini che andarono al nord con i partigiani ha portato la sua personale testimonianza africana. Lì esiste un vivo fermento e voglia di liberazione.

Si è detto che l’Anpi, in quanto organizzazione indipendente apartitica, può fare da stimolo nella società civile, specialmente nelle scuole, per supportare il lavoro degli insegnanti, purtroppo non sempre sensibili a queste tematiche.

È stato ribadito che bisogna far sapere, armarsi di parole chiare, univoche e dirette verso la società.

A Siracusa e provincia sul tema della formazione politico-culturale dei cittadini diventa centrale avvicinare i giovani adottando gli strumenti a loro più congeniali: organizzare incontri culturali, musicali, viaggi, forum tematici, perché oggi più che mai si percepisce una dittatura d’idee striscianti che inquina tutto e che si afferma anche nell’isolamento dei social, dei cellulari, ecc. dove s’insidiano fake news in quest’epoca di globalismo consumistico.

Diventa fondamentale pure l’apporre lapidi e promuovere l’intitolazione di piazze, strade, spazi pubblici a persone che hanno dato la vita per la democrazia e libertà. Ne deve rimanere memoria. Si sa quanto è importante il ricordo storico. È quello che non dovrebbe far ricadere negli stessi errori un popolo. Su ciò un intervento ha segnalato la scomparsa di una lapide in onore del giornalista siracusano Mario Francese ucciso dalla mafia nel 1979, eroe dei nostri tempi.

È urgente dar vita non solo a una nuova narrazione della verità storica d’allora, ma anche a quella degli eroi a noi più vicini – è stato affermato da altri – c’è da memorizzare come partigiani quelli che nell’impegno politico e di cambiamento sociale hanno affrontato la morte (politici, magistrati, sindacalisti, giornalisti) in terra di Sicilia.

Viviamo in un mondo precario dove la gente ha paura di scommettersi. Occorre andare contro questa paura che proviene anche dal disagio giovanile e delle loro famiglie, si è detto in un altro intervento.

Un altro discorso è stato quello dell’avere più iscrizioni, specie fra i giovani. Lo si dichiarava persuasi che l’Anpi è un collante per contrastare la dilagante operazione di marginalizzazione sociale. Il nostro territorio ha bisogno di riscatto e dignità.

L’incrociare più stretti rapporti con Cgil, Cisl, Uil, Libera, Arci, Acli, Anci, Emergency, Medici Senza Frontiere, Associazioni ambientaliste, Save the Children, movimento degli studenti, mondo del volontariato e dell’accoglienza migranti, è un presupposto basilare, dichiarato anche nel documento preparatorio alla conferenza.

È l’unità che porta a una maggiore democrazia e alla richiesta di pace.

La conclusione finale dell’ex senatore Giovanni Battaglia, attualmente membro nazionale dell’Anpi, è stata ferma e decisa. Non poteva né discostarsi, né non essere concorde con quanto emerso nel dibattito degli “ex giovani antifascisti”. È così che si è usciti dall’incontro: ricchi d’impegni per un Anpi più presente nella provincia di Siracusa.

Da leggere

Gara Servizio Idrico. Un bando che fa acqua da tutte le parti

Ci sarà pure un motivo se a partecipare a un appalto così importante (un miliardo …

Commenti recenti