Prosegue l’attività dell’Arpa sulle conseguenze ambientali del rogo di Via Elorina

C’eravamo lasciati il 24 Febbraio con un articolo che provava a fare una lettura ragionata dei dati riportati sui documenti emessi dall’Arpa in data 19/02/2024 e 23/02/2024 per documentare la campagna di campionamento e analisi da loro svolta nel corso dell’incendio di via Elorina verificatosi il 16 Febbraio.

La campagna di campionamento è correttamente continuata anche nei giorni successivi per assicurarsi che il decadimento delle concentrazioni di inquinanti nella matrice aria si verificasse e fosse effettivo.

La nostra lettura si era fermata ai documenti relativi ai dati riscontrati nell’immediato dalle centraline di monitoraggio automatiche, ai campioni istantanei prelevati dai canister, ed ai valori trovati nel campione prelevato con campionatore da alto flusso, quest’ultimo il più interessante perché relativo al contenuto di diossine e Furani.

La diossina presente nel campione prelevato nel periodo dal 16 al 17 Febbraio (nel corso dell’incendio) forniva 3395 TE fg/m3, valore superiore ai 300 TE (fg/m3) che indicano la presenza certa di una fonte emissiva locale; confrontandolo anche con dati storici relativi a casi di incendi analoghi commentavamo il valore come “da considerare con molta attenzione”!

In quell’articolo facevamo poi la seguente osservazione: “L’effetto acuto per esposizione ad una atmosfera ricca di diossina può manifestarsi nell’immediato con presenza di cloracne due giorni dopo l’esposizione, come successe col disastro di Seveso dove però si disperse in atmosfera l’enorme quantità di circa quindici chili di diossina pura (fonte istituto superiore di sanità). Gli effetti a lungo termine si verificano invece soprattutto per ingestione di cibi contaminati; le diossine vengono infatti trasportate col vento per depositarsi sul terreno ed hanno tempi lunghi di persistenza. Vengono assorbite dalle piante che a loro volta vengono mangiate dagli animali al pascolo le cui carni ed il latte diventano alimenti con alta concentrazione di diossine perché queste si accumulano col tempo nel tessuto adiposo”.

Con quanto sopra volevamo rimarcare il fatto che, atteso un rapido decrescere della presenza di diossine in aria col cessare dell’incendio, si dovevano temere probabilmente di più gli effetti sulla contaminazione dei suoli (e quindi sugli alimenti) piuttosto che una esposizione all’aria.

In data successiva al nostro articolo, l’Arpa ha emesso un ulteriore documento con i dati di analisi dei successivi campioni prelevati dal 17/2 per un tempo di 48 ore, e dal 24/2 anch’esso per un tempo di 48 ore.

Questi i risultati:

Diossine

16/2 – 3395 TE fg/m3

17/2 – 756 TE fg/m3

24/2 – 26 TE fg/m3

Le analisi sui PCB totali e sul benzo(a)pirene non hanno dato valori di rilievo visto che i primi sono al di sotto del limite minimo stimato per l’ambiente urbano, mentre per le seconde ci si aspetta normalmente una concentrazione media annuale urbana (a livello europeo) compresa nel range 1-10 ng/m3; solo il primo valore del 16 Febbraio riporta un 1,97 ng/m3, gli altri due risultano inferiori.

Le diossine sono vistosamente diminuite ed il calo registrato in matrice aria è un fatto positivo, sebbene atteso visto il cessare della sorgente incendio. Le diossine sono composti stabili e impiegano anni per decadere ma, portate dal vento, si depositano rapidamente sul terreno, riducendo rapidamente la concentrazione in aria. Come già precedentemente riportato, l’esposizione più gravosa è dovuta invece alla assunzione con i cibi.

E’ quindi confortante leggere sull’ultimo documento dell’Arpa che “Non appena disponibili saranno pubblicati i risultati relativi ai campionamenti effettuati nello stesso sito dal 26 al 28 febbraio, nonché quelli relativi ai campionamenti di top soil, proveniente dallo scotico di 2 cm circa di profondità di terreno, per la ricerca analitica delle seguenti classi di parametri: PCB, Diossine e Furani…..”. E’ stato quindi campionato il suolo.

I campioni presi sono superficiali. Come primo approccio sembra corretto; eventualmente risultassero elevate concentrazioni si potrebbe procedere a ulteriori prelievi oltre i 15 cm per capire se c’è stato inquinamento in profondità. Bene per il campione preso in corso Umberto 1 dentro la città.

Resta una domanda. Sembra che non siano state emesse ordinanze in via prudenziale per evitare l’utilizzo a scopo pascolo o a scopo alimentare dei prodotti forniti dai campi siti ad Est della zona incendiata, campi che si potrebbero comunque svincolare dopo sperabile esito negativo analisi. Non sappiamo se siano state fatte verifiche in tal senso (forse i campi non sono utilizzati in questo periodo?), ma questo è sicuramente un punto da attenzionare nella redazione di quel “piano di emergenza e intervento” da usare in casi similari, che ormai tanti sembrano chiedere.

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