NEFANDEZZE SCOLASTICHE- CONCORSO PER DOCENTI FUORI DALLA PROPRIA REGIONE

Tra breve si svolgeranno le prove del concorso per docenti. Bene, si immagina che sarebbe stato logico che le prove si svolgessero nella regione per la quale i candidati partecipano al concorso. Invece no, il nostro Ministro alla Pubblica
Istruzione, autore del famoso e deprecabile decreto fantasma che ha tagliato centinaia di scuole, ha deciso l’aggregazione delle regioni, per cui, ad esempio, i candidati della Sicilia dovranno spostarsi in base alle classi di concorso a cui intendono partecipare: la classe di concorso A001 è aggregata alla regione Emilia-Romagna, la classe di concorso A046 è aggregata alla regione Basilicata e così via.
Si può pensare che sia sensato dividere i candidati in base alla classe di concorso a cui intendono partecipare perché, discipline diverse, ma non è così in quanto la prima prova, è una prova scritta computer- based (quiz), valida per tutti le classi di concorso e le tipologie di posto. Va da sé che, visto che la prima prova è uguale per tutti, non ha senso aggregare per classi di concorso, la prova si poteva svolgere nella regione per la quale i candidati partecipano al concorso. Se si considera cha quasi tutti parteciperanno a due classi di concorso, dovranno sostenere le due prove in regioni diverse, fra le quali non c’è la loro. A questo concorso parteciperanno quasi esclusivamente i precari senza lavoro (disoccupati). Nessuno ha pensato alle spese che dovranno sostenere i candidati, dei precari disoccupati? Ovviamente i loro genitori dovranno farsi carico di 2.000/3.000 euro, una ulteriore inopportuna tassa nascosta da aggiungere alle altre già pesanti, che corrispondono facendo un calcolo approssimativo quest’anno a 200/300 euro per un mese.
Accadrà che due partecipanti al concorso si incontreranno ad una stazione ferroviaria di smistamento ed uno dirà all’altro “ciao mi chiamo Francesco, vengo dalla Sicilia e vado in Toscana per partecipare al concorso per docenti, l’altro risponderà ciao mi chiamo Giovanni anch’io partecipo allo stesso concorso vengo dalla Toscana e vado in Sicilia”, immediatamente sulla oro testa comparirà un grosso punto interrogativo.
Va precisato che i costi della gestione del concorso sono coperti dalla tassa pagata dai candidati in anticipo quando hanno presentato la domanda di partecipazione al concorso, anche se poi decidessero di non partecipare. Chi darà ascolto a questo grido di dolore che giunge dai cittadini meno abbienti? Non certo il Ministro che fino ad ora ha saputo solo tagliare più di 700 scuole in Italia ed in particolare in Sicilia più di 90 scuole, creando classi pollaio, magari lo stesso Ministro ai vari convegni a cui parteciperà dirà che è contrario alle classi pollaio e togliendo, in
molti casi, l’unica presenza dello Stato in zone disagiate. Ciò per fare cassa.
Togliere soldi alla scuola non è da Paese civile. Uno Stato che non cura la scuola e la sanità non può essere considerato civile. I presidenti di regione avrebbero dovuto e dovrebbero fare sentire la loro voce ed anche i sindaci dovrebbero prodigarsi per la tutela dei cittadini. Il nostro sindaco dottor Francesco Italia, che ha fatto? Che sta facendo? Come pensa di intervenire? Il decreto del Ministro Valditara viene chiamato decreto fantasma perché era già in circolazione prima della sua pubblicazione e sembra che sia stato pubblicato, con tanto di firma del Ministro, nella homepage di un ente non statale.

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