1.400.000 euro dalla Regione per Ortigia. Per farne cosa?

La Giunta comunale il 26 marzo scorso ha deliberato come debba essere utilizzata la somma di l milione e quattrocentomila euro erogato dall’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica per il Centro storico per l’anno 2023, fondi assegnati ogni anno dalla Regione per il patrimonio pubblico e privato del quartiere Ortigia (e di cui beneficia anche il centro storico di Agrigento) che vengono destinati per il 60% come anticipazione e per il restante 40% dopo la dovuta rendicontazione.
Si tratta in sostanza di quei fondi della Legge Ortigia che hanno consentito la progressiva rigenerazione del nostro centro storico e la Giunta, con il nuovo provvedimento, ha destinato 400mila euro al finanziamento degli interventi su immobili di privati cittadini (lavori di ristrutturazione edilizia e restauro conservativo) in base, immaginiamo, alla graduatoria delle istanze pervenute nel tempo, e il restante milione “per migliorare, riqualificare e valorizzare gli spazi” del quartiere.
La scelta è unilaterale oppure deve passare dal Consiglio Comunale? Si direbbe che questa seconda opzione non sia prevista, che sia una libera facoltà di sindaco e assessori decidere la priorità degli interventi. E, tutto sommato, non sappiamo neanche quanto, in una scelta condivisa con i consiglieri, si riuscirebbe veramente a optare per ciò che oggettivamente sarebbe preferibile per l’intera comunità, per la città. O anche quale effettiva forza abbia il Consiglio Comunale per dettare una propria linea e/o modificare quella preordinata dell’Amministrazione attiva. Certo quanto deciso qualche perplessità la solleva.


Due le ‘categorie’ individuate per l’impego dei fondi: interventi locali e viabilità. Per la prima, ripristino e lavori di ristrutturazione delle ringhiere ammalorate del lungomare, manutenzione straordinaria dell’androne e rampa del palazzo Vermexio, lavori di restauro di Porta Marina, manutenzione straordinaria di Palazzo Midiri; per la seconda interventi mirati sia alla semplice manutenzione straordinaria di alcune vie che al rifacimento della via Resalibera, via Santa Teresa e traverse, via Salomone e traverse.
L’intervento a Palazzo Vermexio è improcrastinabile o poteva lasciare il passo a qualcosa di più urgente che potesse, eventualmente, riguardare un attrattore turistico tale da produrre ricadute, valoriali in senso lato, più significative? Per le ringhiere del lungomare sarebbe possibile programmare qualcosa di meno precario di una semplice manutenzione i cui effetti durano un tempo limitatissimo? Certo le ringhiere in acciaio inox di Marina di Ragusa sono un sogno!
Quale restauro di Porta Marina? Forse il ripristino delle basole annegate in quella incredibile colata di asfalto che ha sollevato un mare di proteste e imbarazzi? Ma soprattutto: l’individuazione delle strade, con le traverse, risponde a un preciso criterio? Le più degradate, le più caratteristiche, quelle centrali e più percorse? O altro?

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