Il molo numero 10

Un tramonto mozzafiato con il cielo colorato di tutte le sfumature del rosa, dell’arancio e del rosso in un’aria tersa e tiepida,  regalo di questo caldo autunno siciliano che avvolge una nave  da cui proviene un rumore cupo di colpi battuti alla rinfusa su oggetti di latta recuperati a bordo della nave. Dal ponte rivolto verso la banchina del molo numero 10 penzolano cartoni che solo con il binocolo o una videocamera puoi leggere bene. C’è scritto HELP US: Aiutateci.  Ed è lo stesso grido che ripetono all’infinito per tutta la durata del tramonto con quel poco fiato che hanno.

Dall’altra parte i giovani universitari che si sono riuniti spontaneamente seduti al di là del cancello  gridano a loro volta “fateli scendere, fateli scendere” ripetendo come un mantra un grido contro quel tramonto che rende tutto bello e allo stesso tempo tragico. Come può resistere una mente e un corpo  provato da chissà quali  privazioni, sofferenze e anche torture. Per quanto tempo? La libertà finalmente raggiunta da vivo è lì a pochi passi ma gli viene negata perché  dichiarato invulnerabile da un medico che forse dovrebbe fare obiezione di coscienza anziché piegarsi a degli ordini incomprensibili.

La scena non è ambientata in un film ma è tristemente vera, dove  si è smarrita la nostra umanità? Il molo 10 dove oggi è ancorata una nave umanitaria con degli ostaggi a bordo doveva ospitare una nave da crociera con tanti turisti spensierati e indifferenti che  lamentano il disagio subito a trasferire la loro partenza da un altro molo, insensibili alla sofferenza altrui pretendendo che il loro viaggio non subisca ritardi.

Il paradosso di questi due viaggi accostati casualmente in un giorno di novembre nel porto di Catania che per una tragica coincidenza si contendono lo stesso molo, il numero 10. Viaggi che non erano destinati ad incontrarsi pur solcando lo stesso mare, un mare assassino per gli uni e di svago per gli altri. Come se il pianeta non fosse unico e l’essere umano non fosse uguale ovunque si trovi a vivere da una sponda all’altra del Mediterraneo…..e si fa sera.

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