Dal Teatro Greco di Siracusa al Teatro Grande di Pompei: il 15 e 16 luglio Ifigenia in Tauride di Euripide per la regia di Jacopo Gassmann.

L’INDA, chiusa il 9 luglio scorso la stagione 2022 con 140mila presenze, torna in tournée nei teatri di pietra italiani.

E non è tutto: la coproduzione internazionale Après les Troyennes, uno spettacolo di teatro danza creato da Claudio Bernardo, sarà in scena al teatro greco il 26.

Il 9 luglio, dicevamo, che ha coinciso con l’iconica sfilata di D&G (anche a Piazza Duomo e alla Grotta dei Cordari possiamo dire sia andato di scena il mito, dalla Sicilia barocca delle processioni a quella dell’immaginario cinematografico, dalla Madonna delle Lacrime a Santa Lucia, da Mascagni e Cavalleria rusticana al bianco/ nero della luce luttuosa isolana fino alle esplosioni di colore degli abiti del parterre vip e del rosso in passerella), ha visto riproporsi nella magica cavea del Temenite l’Orestea, l’unica trilogia teatrale rimasta del 500 a.C. – e ricordiamo l’interessantissima mostra Orestea atto secondo presso Palazzo Greco.

Quattro ore circa di spettacolo, trenta minuti di intervallo, scena sontuosa dai colori accesi per Agamennone, livida, raggelata, quasi da lago di Cocito dantesco per Coefore ed Eumenidi: Davide Livermore si riconferma regista contemporaneo e barocco insieme, specie in Agamennone, Giuseppe Sartori, splendido Edipo per Carsen, qui è un Oreste convincente, dolente e loico insieme, Laura Marinoni è la primadonna assoluta, regina sfacciata e superba dall’imponente presenza scenica, così come Sax Nicosia, la splendida Cassandra Linda Gennari, Stefano Santospago, Giancarlo Judica Cordiglia, l’ottima Gaia Aprea, Rosario Tedesco e il cast tutto; un plauso particolare alle maestranze e a tutta la parte tecnica.

Delitto e castigo, karma e purificazione, vendette di sangue legalità e giustizia in un trionfo di paillettes pellicce coppe di champagne, atmosfere da regime in sfacelo, con tanto di Flaminia in scena: il rito, la liturgia catartica del dramma sono spettacolo in cui si celebra il ritorno dell’uguale.

Disgraziata la terra che ha bisogno di eroi: la sfilata di frammenti sulle italiche stragi e i delitti eccellenti che hanno macchiato il XX secolo (quanti applausi per Falcone e Borsellino a trent’anni dalla mattanza del 1992, o per Impastato) rende l’Orestea eternamente – e sì, tragicamente stavolta – attuale.

Un evento vero e proprio, a quattordici anni di distanza dal quel 2008 che ha visto riproporsi (dopo il 1960) la trilogia eschilea nella traduzione di Pasolini.

Un fuori programma al termine dello spettacolo: una proposta di matrimonio con tanto di scritta e cuoricino sul monolite animato dalle ipnotiche immagini che hanno – per una volta – comunicato gioia anziché i travagli dei Pelopidi.

 

photo credits: Franca Centaro

 

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