“RELAZIONI EFFICACI E PERSUASIONE – L’arte di vendere sé stessi e sviluppare la propria leadership nell’era del Neuromarketing” (Claude Moschelli)

È la curiosità l’essenza della vita. Ci spinge ad andare oltre. Ci motiva, ci impegna. È l’energia fondamentale del nostro essere. Inizia così la nostra intervista a Claude Moschelli, dottore in Scienze della comunicazione che da trent’anni coniuga l’attività di traduttore con quella di formatore professionale di giovani, adulti, professionisti, manager, imprenditori.

Lo avevamo già conosciuto nel 2013 con “Le Attitudini Comunicative – Comportamenti vincenti per creare empatia e vivere meglio” di ARAS Edizioni. Lo rincontriamo per il suo nuovo libro, pubblicato da DISSENSI Edizioni, “RELAZIONI EFFICACI E PERSUASIONE – L’arte di vendere sé stessi e sviluppare la propria leadership nell’era del Neuromarketing”.

Lessico semplice, accessibile anche ai profani della tematica, testo curioso e coinvolgente, contenuti interessanti quelli che propone Moschelli, temi sui quali spesso non ci fermiamo a riflettere perché sempre di corsa, sempre con ritmi lavorativi, familiari, sociali quasi insostenibili.

Ma se per un attimo, un solo attimo, ci fermassimo a pensare cosa ci rende tanto frenetici e spesso troppo infelici, la prima risposta sarebbe l’aver perso la curiosità e l’ispirazione, quegli input che abbiamo da bambini e che, nella routine quotidiana, da adulti, riponiamo in un cassetto per convenienza o apatia.

Sono loro il sale della vita. “La curiosità ci rende esploratori – ci spiega Moschelli – pronti a sondare sentieri nuovi che creano esperienza, arricchimento, maturazione. Per compiere i primi passi in qualunque ambito, prima di titoli, capacità o talento, bisogna avere il coraggio di osare. Se per iniziare ad affrontare una sfida, un impegno, una situazione, anche la più banale, attendiamo l’esperienza potremo non compiere mai alcun passo avanti”.

E se siamo curiosi spesso siamo motivati. “In verità – puntualizza l’autore – è necessario fare una distinzione fra motivazione e ispirazione che poi è la stessa differenza che c’è tra un bambino e un adulto. Un bambino si lancia in avventure, si inspira ed emula (calciatori, attori), non si pone il problema di sbagliare, venir giudicato, anche se incappa in qualche errore. L’adulto, invece, deve trovare in sé la motivazione che però non è scontata: i meccanismi della mente di noi adulti sono condizionati dall’autostima e dalle emozioni: la prima si sviluppa con noi sin dall’età più tenera e comportamenti, parole o gesti sbagliati ne possono inficiare la formazione. Attenti dunque alle parole: se diciamo a un bambino che non vale niente o lo sgridiamo dicendogli Tu non meriti niente, magari in un momento di rabbia, la sua mente registrerà il dato nel subconscio, poiché non riesce ad interpretare quelle affermazioni avulse dal contesto e, per tutta la vita, quell’individuo sarà convinto (senza ricordare la frase) che nulla gli è dovuto perché non vale nulla; i secondi tendiamo a soffocarli. In realtà non esiste un vero cambiamento senza un trasporto emotivo e senza la giusta dose di emozioni: sì quelle stesse che in età classica erano considerate segni di debolezza, oggi, rivalutate, risultano strumento di crescita e cambiamento”.

Ecco: il cambiamento, il migliorarsi, il tendere sempre ad obiettivi nuovi o rivedere atteggiamenti sbagliati. Ma come applicare in pratica ciò che in teoria par essere così semplice?

“Il nostro cervello è meraviglioso ma conosciamo ancora davvero poco sul suo funzionamento. Le scoperte maggiori le abbiamo compiute negli ultimi vent’anni e di quello che abbiamo scoperto l’ottanta per cento si è rivelato falso. È infatti necessario sapere che il 95% della nostra mente è rappresentata dal subconscio, un contenitore in cui sono registrati tutti i comportamenti appresi un po’ per abitudine, un po’ per le influenze subite in tenera età. Quante volte abbiamo guidato l’auto e, arrivati, ci è sembrato di non aver prestato attenzione così da esser giunti alla nostra meta senza accorgercene? Ci ha guidato l’abitudine, l’inconscio. Quindi quando parliamo con noi stessi dicendo di non volerci più comportare in un certo modo, o di non voler rimanere in una determinata situazione, in verità è come se parlassimo a un supporto, a un dispositivo che esegue sempre e solamente quel programma che abbiamo interiorizzato nel corso della vita e sin dal grembo materno. L’altra parte invece è costituita dalla parte creativa, la parte conscia che vuole realizzare desideri e vivere una vita felice e soddisfacente. Bisognerebbe evitare di far prevalere la parte inconscia di noi ed essere sempre vigili e attenti: solo in questo modo è possibile modificare le proprie convinzioni in modo da imprimerle nella mente subconscia e riscriverle per far sì che siano coerenti con ciò che si vuole nella propria vita e con ciò a cui si crede fermamente. Se nella mente subconscia inseriamo i programmi giusti, comportamenti adeguati, che ci fanno crescere e migliorare, la mente seguirà nuove abitudini che supportano e creano una vita migliore. La nostra mente creativa è come il comandante di una nave o un direttore d’orchestra: più e più volte ripetiamo un comportamento e meglio lo apprendiamo. Presa coscienza dell’errore, dello sbaglio, possiamo avviare un ricondizionamento, una riprogrammazione su noi stessi”.

Insomma dovremmo sempre vivere – come ci suggerisce il biologo cellulare e conferenziere Bruce H. Lipton “l’effetto luna di miele” degli innamorati o, come dice Moschelli nel libro, “impegnarsi a curare le relazioni come fosse un eterno inizio” tenendo desta l’attenzione e la parte conscia di noi.

Riprogrammarsi, cambiare le convinzioni: Moschelli suggerisce anche tecniche utili nel suo testo per chi vuole mettersi in gioco e magari scoprire che non siamo sempre infallibili con il nostro sapere e la nostra saccenteria!

L’altro aspetto interessante che Moschelli approfondisce è il rapporto del nostro cervello col neuromarketing, un approccio scientifico-letterario che studia il funzionamento e la conoscenza dei meccanismi di elaborazione delle informazioni da parte del cervello, applicata dalle aziende. “Emozioni e neuromarketing, cervello e neuroscienze camminano insieme – aggiunge lo scrittore – poiché non è più necessario soddisfare i bisogni ma i desideri delle persone. Col post modernismo i clienti – più che le caratteristiche e i vantaggi – ricercano i benefici emozionali, come un prodotto o un servizio ci fa sentire. Si vende al cervello del cliente partendo dall’attenzione per i sensi: profumazioni particolari, musiche rilassanti, colori alle pareti, tutto colpisce il nostro cervello e le nostre emozioni quando entriamo in un negozio”.

Il testo ci invita dunque a prendere consapevolezza sul come migliorare noi stessi. Claude Moschelli, come un leader visionario e sognatore, ci propone un saggio profondo e godibile, di crescita e consapevolezza. L’intento è quello di avere un impatto positivo sulle persone poiché ogni essere umano ha delle capacità incredibili: basta scoprirle o riscoprile. E Moschelli, con questo libro, ha voluto dare un contributo in tal senso. Buona lettura.

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