“Angelo di pietra” diventa un film: il promo

Una delle penne de “La Civetta di Minerva”, ovvero Duccio Di Stefano, è un redattore che ha spesso affrontato tematiche relative al sociale e che scrive anche di sport.

Si è cimentato anche nella narrativa, pubblicando infatti, per i tipi di Carthago edizioni, un romanzo intitolato “Angelo di pietra” (“La Civetta di Minerva” si è occupata sia di questo che del secondo romanzo di Di Stefano, qui i link: https://www.lacivettapress.it/2018/06/02/presentato-l-angelo-di-pietra-di-duccio-di-stefano/, https://www.lacivettapress.it/2018/04/20/libri-da-non-perdere-angelo-di-pietra-di-duccio-di-stefano/, https://www.lacivettapress.it/2021/06/24/l-ombra-fausa-del-mandorlo-di-duccio-di-stefano-in-questo-romanzo-sui-generis-le-maschere-e-gli-specchi-si-moltiplicano/), che sorprendentemente diventerà un film.

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Ne parliamo con l’autore.

Come si è concretizzato il progetto di realizzazione del film?

Il progetto, in realtà, è partito immediatamente dopo la pubblicazione del romanzo, perché chiunque lo leggeva rimaneva piacevolmente colpito soprattutto dal finale della storia, trovandolo inaspettato e sorprendente. Quindi il sogno di poterci realizzare un film ha viaggiato insieme alle presentazioni del romanzo, fin quando – circa un anno fa – grazie al supporto e alla entusiastica spinta di Paolo Lombardo, un grande ex produttore cinematografico italiano, mi sono imbattuto in Ermelinda Maturo, la produttrice, conosciuta in un set formativo a Venezia al quale ho preso parte pure io in veste di sceneggiatore, la quale ha apprezzato e sposato questo progetto. Ci siamo subito messi al lavoro insieme allo staff di Massimo Tuccitto, attore, regista e autore siracusano doc, con un’esperienza internazionale decennale nel settore, sia teatrale che cinematografico.

Come avete lavorato nel corso del lavoro di trasposizione?

Intanto io ho subito gettato le basi della sceneggiatura, che poi insieme a Massimo ed Ermelinda abbiamo ritoccato e rifinito, cercato le location che a mio avviso sarebbero state più idonee al contesto letterario, compresa la struttura alberghiera (L’Aranceto di Siracusa) che poi è diventata il campo base operativo, collaborato col regista e la produttrice stessa al casting degli attori e delle comparse, e nel giro di sei mesi circa abbiamo cominciato a realizzare le prime riprese per il video promozionale che trovate qui allegato.

Che differenze riscontri tra la scrittura narrativa e quella cinematografica?

Le differenze sono tante e importanti. Diciamo che si tratta di due linguaggi diversi. Per farla breve, lo scrittore deve dipingere al meglio lo scenario per riuscire a farlo immaginare al lettore, mentre lo sceneggiatore lo deve proprio spiegare letteralmente al regista ed all’intera troupe, che non sempre conoscono il soggetto. Quindi ogni movimento e soprattutto ogni dialogo è letteralmente trascritto nella sceneggiatura che poi sarà passata al regista e ai tecnici affinché possano capire ed interpretare nel modo che ritengano più efficace l’intero evolversi dei fatti, tramite le immagini finali.

Come emergono la siracusanità e il legame con il territorio dal libro e dal film?

La siracusanità ed il legame col territorio non possono non emergere, perché la mia è un’idea ed una storia che nasce nel siracusano e anche nella sua trasposizione cinematografica è fortemente legata a questa identità. L’unica vera e importante condizione che ho chiesto al regista prima di affidargli il soggetto di Angelo di Pietra è stata proprio quella di mantenere il messaggio fortemente identitario e l’impronta visceralmente legata al territorio. La mia storia fa fatica infatti a discostarsi dalle mie radici, che poi sono anche quelle del personaggio protagonista, un pescatore siciliano dialettalmente “corrotto” nella sua essenza latina e mediterranea. E quindi ho preteso che tutte le scene dovessero girarsi nel nostro territorio, e che la matrice sicula dovesse ergersi a protagonista. E poi, tra l’altro, con mio grande piacere, il 99% degli attori e della troupe è nativo del siracusano e del ragusano, compresa la band dei QBeta, siracusani DOC, da cui abbiamo attinto per la colonna sonora del film.

Quali sono le tue aspettative e i sogni legati a questo progetto?

Bè, nutriamo tutti grandi aspettative da questo progetto, perché tutti ci abbiamo messo soprattutto il cuore e l’anima, oltre naturalmente alla grande competenza ed alla professionalità di Ermelinda Maturo in primis e alla squadra di collaboratori di Massimo Tuccitto in secundis. Tra l’altro entrambi, mi riferisco proprio a Massimo e Ermelinda, sono volati a New York per promuovere questo promo anche lì, visto che la produttrice ha studiato e lavorato con professionisti americani del settore cinematografico. Quindi auspico, credo e spero che di questo progetto presto si sentirà molto parlare.

Quando potremo vedere il tuo film? Che distribuzione avrà?

Per quanto riguarda i tempi, contiamo entro la prossima primavera di girare il film nella sua versione integrale, mentre per la distribuzione – come ti ho già detto alla precedente domanda – non posso ancora dirti nulla perché nulla è ancora ufficiale, ma ci sono ottimi presupposti che la distribuzione possa anche travalicare i confini nazionali.

Cast: Massimo Tuccitto, Azul Parente, Riccardo Scalia, Corrado Drago, Loretta Micheloni; apparizioni speciali: Andrea Bifolco, Ambra Lucia Cutrì, Clizia Paladino, Serena Carignola, Francesco Cutale, Greta La Mura, Paolo La Mesa, Duccio Di Stefano; comparse: Ivo Ippolito, Antonio e Peter Sciuto, Giuseppe Giombanco, Alessandro Di Mauro, Marta Guzzardi, Angelo Battaglia, Chiara Caia, Bianca Lucia Di Stefano, Susanna Di Stefano, Elisa Ragusa; musiche; QBeta; location manager: Duccio Di Stefano; fotografo di scena: Paolo La Mesa; capo costumista: Vincenzo Occhipinti; aiuto costumista: Maria Giovanna Schembari; stilista: Gisella Scibona; aiuto stilista: Cristina e Carla Parlato; truccatrice: Marilisa Amore; assistente truccatrice: Floriana Giuliano; dop e produttore esecutivo: Ermelinda Maturo; segretaria di produzione: Angela Bellia; riprese: Marco Calafiore; direttore del suono: Raphael Urbino; montaggio: Massimo Tuccitto e Raphael Urbino;  regia: Massimo Tuccitto.

Ecco il link al promo del film:

https://www.facebook.com/massimo.tuccitto.18/videos/1304609217001569

 

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