Le incompiute: Verga, autodromo e Teatro hanno già ingoiato 30 milioni

Alla fine degli anni ‘50 Siracusa vide nascere due grandi locali per cinema e teatro. Fra questi il Verga che aveva la capacità di oltre 1.500 posti ed era situato nel cuore di Ortigia, in Via dei Santi Coronati, sulle ceneri di un’arena. Fu il comm. Vito Verga che costruì e gestì il grandioso cine teatro Verga che, sia per l’ubicazione (Ortigia era ancora popolatissima) sia per la capienza, ebbe da subito un successo enorme. Il locale, specie nei giorni festivi, aveva un grande movimento di pubblico proveniente anche dalla provincia. Alla morte del comm. Verga il locale venne acquistato dal dott. Mimmo Costa di Trapani, magnate dell’esercizio cinematografico siciliano per poi essere rivenduto all’amministrazione provinciale di Siracusa (gestione Cavallaro), che in breve tempo avrebbe dovuto trasformarlo in un contenitore di attività culturali e ricreative.

 

 

Ma tutto ciò che seguirà sarà il risultato di una ininterrotta sequenza di spreco di denaro pubblico con il risultato attuale di un’opera incompiuta. Infatti già dal 1997 si iniziò con il primo appalto, in moneta corrente, da 3.100.000 €, che in pochi anni subì una perizia di variante con progetto di completamento approvata nel 2004, di 5.506.361 €. Infine nel 2011 venne istruita una nuova gara d’appalto di 2.410.000 euro con relativo mutuo accesso.

Ma a tutt’oggi qual è lo stato dell’arte? Gli ultimi due ex presidenti dell’A.P. (Nicola Bono e Bruno Marziano) si rimpallano responsabilità per l’immobilismo e lo spreco di denaro, mentre ora che l’A.P. è commissariata una nuova possibile decisione passa, tramite il commissario, al governatore della Sicilia Crocetta. Ma anche a lavori fermi viene pagato il relativo mutuo senza nessun beneficio per la collettività. Concludendo,con una somma complessiva di 11.016.361€ si potevano allestire e investire tante altre attività culturali per il benessere culturale della collettività creando pure posti di lavoro.

C’è poi da considerare l’attuale realtà cinema-teatrale che è in forte crisi con una minore affluenza nelle sale dell’8% rispetto al 2014 e un calo degli introiti di biglietti di 46 milioni di € (7,1%) fra il 2013 e il 2014. È divenuto normale a Roma che tante sale cinematografiche, anche storiche e famose, abbiano chiuso e il fenomeno continua.

Un altro grande errore di valutazione e di ulteriore spreco si stava ripetendo con l’autodromo di Siracusa. Infatti: 4.415.115,00 € come quota a carico della Provincia, finanziata con mutuo dal Credito Sportivo 1° anello entro luglio 2013, il primo step nel Luglio 2013 – 2° Step – 5 anni dalla consegna € 11.079.045,00 Project Financing” scriveva l’On. Bono nella sua relazione di fine mandato del 17/6/2013. Nulla si è fatto e meglio è stato, il perché venne spiegato un anno fa: “Si pensi al benessere della collettività invece che a coltivare utopie“, infatti dichiarava Massimo Cataldi, commissario tecnico nazionale Aci-Csai, organismo nazionale deputato all’amministrazione dello sport automobilistico. E continuava col dire che questo sport stava cambiando velocemente per l’evoluzione tecnologica, la razionalizzazione delle risorse umane ed economiche, il taglio del superfluo, proprio perché le gare di ogni tipologia si erano già ridotte di oltre il 50% negli ultimi 5 anni e i concorrenti del 70%.

Infine, c’è un’altra grande incompiuta presente nel panorama siracusano, la più bella possiamo affermare, è quella del teatro comunale. Questo, posto al centro di Ortigia, nel 1957 venne chiuso per problemi statici con l’ultima opera “I pagliacci” di Leoncavallo. Da quella lontana data sono stati versati fiumi di denaro che continuano a scorrere lasciando una cosa certa: la chiusura dello stabile! Se elenchiamo solo gli ultimi anni (dal 1999 ad oggi), ci troviamo di fronte a questa situazione: oltre 2.800 milioni di € e un mutuo acceso di 4 milioni con un teatro che da luglio di quest’anno apre solo per visite parziali guidate e a pagamento. Inoltre sappiamo che se prima la sala principale poteva ospitare 700 spettatori oggi ne sono previsti 500.

La parola all’on. Stefano Zito (Cinque Stelle): “Qualche anno fa tutto era pronto per l’apertura del teatro comunale di Siracusa. Ma al collaudo dell’impianto antincendio avvenne un problema di perdite ai giunti dell’impianto sprinkler di alta pressione, che causava l’interruzione del pre-collaudo, fermando così l’ottenimento delle autorizzazioni da parte dei VV.FF. “E ora a che punto è giunta la situazione? “Questo gioiello della cultura siracusana rimane ancora chiuso, perché inagibile. Relativamente alla parte impiantistica antincendio, varie consulenze sono state attribuite negli ultimi anni, dando luogo a numerose varianti tecniche, che non hanno condotto ad una conformità definitiva dell’impianto stesso, anche se decine di migliaia di euro sono stati spesi. L’impianto sprinkler ad alta pressione, che “abbraccia”, a protezione, l’intera struttura teatrale, è ancora lì, con i suoi giunti corrosi, a testimoniare l’inerzia totale di tutti coloro i quali, politici e non, si sono occupati delle vicende tecniche del teatro”.

Cosa si poteva fare? “La spesa per la sostituzione di tali giunti sarebbe stata complessivamente non superiore ai 100.000€. L’Amministrazione invece, ha pensato bene di affidare ad una nuova consulenza i progetti per il ripristino dell’apparato. Stando alle ultime notizie, il consulente starebbe stravolgendo l’assetto iniziale dell’impianto così come inizialmente progettato, rendendolo praticamente inutilizzabile. Ci si chiede come sia stato possibile aver speso, solo pochi anni fa, centinaia di migliaia di euro per la progettazione e l’esecuzione dell’impianto sprinkler di alta pressione e vederselo in breve tempo declassare ad impianto inutile e non più idoneo. Pare infatti, che tale impianto starebbe per essere bypassato e quindi abbandonato, a vantaggio di non ben definite misure di protezione passive a cui ora lavorerebbe il consulente scelto dal Comune che, con una lauta parcella di 30.000€, basandosi sul lavoro già svolto da tecnici precedenti, starebbe elaborando modifiche agli impianti, la cui idoneità dovrà essere poi avallata dal corpo dei VV.FF.

Ci si domanda perché non si sia partiti dallo stato dell’arte, cercando di recuperare l’impianto sprinkler installato, invece di elaborare ulteriori progetti che comporteranno altre spese per l’Amministrazione e per noi cittadini. Sarebbe bastata un’opera di auto finanziamento, potevano essere utilizzate le somme risparmiate dal taglio di parte delle indennità dei consiglieri e dell’intera Giunta, per ripartire proprio da dove ci si era fermati, con la sostituzione dei giunti difettosi e con la riparazione e la messa in marcia di un impianto che tanti soldi è costato. Sicuramente una scelta più responsabile per non gravare sul già magro bilancio della città. Sorge anche una domanda: perché si sceglie di installare l’impianto sprinkler a pioggia su una parte specifica del teatro bypassando l’impianto sprinkler principale che dovrebbe garantire l’integrità della struttura? Inoltre nella mia visita ho trovato che numerose strutture rimangono lungi dall’essere completate.

Ci sono ancora da ultimare alcuni locali destinati a camerini ed uffici del teatro. Nessun elemento di arredo, a parte quello prospiciente l’ingresso principale, è stato acquistato e numerosi locali, dal foyer del piano superiore alla caffetteria dell’atrio, risultano incompleti, sia da un punto strutturale che impiantistico. Gli ingressi ai loggioni del teatro risultano essere rimaneggiati poiché i giunti corrosi non sono stati ancora rimossi e conseguentemente risulta impossibile procedere al recupero dei soffitti e delle pareti che in prossimità dei giunti stessi risultano essere macchiati. Anche una delle principali vie di fuga dal teatro risulta ancora in fase di realizzazione e non completata. I servizi igienici, benché ristrutturati, necessitano ancora di lavori, senza i quali non potrebbero essere utilizzati. E’ un teatro nel quale non sono stati installati gli impianti meccanici scenici, necessari alla movimentazione di scenografie e attrezzature teatrali, cosa che lo rende privo di elementi indispensabili per trasformarlo in un vero teatro.”

Una dura sentenza. “Certo e ci preme ricordare all’Amministrazione che è un diritto dei Siracusani riappropriarsi del proprio teatro ad oltre 50 anni dalla sua chiusura, è un dovere della giunta comunale permettere ai propri concittadini di fruirne in modo gratuito, vista l’impossibilità attuale di utilizzarlo come luogo di cultura. Chiediamo pertanto l’abolizione del vergognoso obolo che viene fatto pagare a chi desidera visitare quel poco che è attualmente possibile visitare, visto che peraltro il teatro non può essere utilizzato nel senso più compiuto. Obolo ancor più odioso se pensiamo all’enorme spreco di denaro pubblico che ha accompagnato la travagliata storia di questo teatro e che ancora non si può definire finalmente conclusa.”

Una domanda conclusiva: oggi i teatri italiani sono in profonda crisi con milioni di debiti e con uno Stato che poco elargisce in questo settore. Se fosse vera l’apertura entro poco tempo del teatro, quest’amministrazione cosa potrebbe fare? Possiamo pensare che rimarrà solo il ricordo dell’ultima opera messa in scena nel 1957: “i Pagliacci” di Leoncavallo?

“È una questione importante su cui vorrei parlarne più dettagliatamente in altre occasioni, ma già ora posso evidenziare ciò che noi M5S Sicilia stiamo promuovendo su iniziative in collaborazione con farm cultural park di Favara. È un progetto che si chiama Boom – Polmoni Urbani, un concorso di idee per promuovere la creatività di giovani siciliani e per nuovi modelli di Sviluppo Urbano. Il progetto trova copertura finanziaria tramite la restituzione delle eccedenze degli stipendi dei 14 deputati all’A.R.S. del M5S. Con ciò si finanziano tre progetti che migliorino la qualità della vita dei cittadini promuovendo sviluppo economico e di identità per le città ospitanti. Anche a Siracusa non può avvenire questo? Cosa gli manca? Si può iniziare convocando artisti locali mettendo a disposizione spazi pubblici di cultura per pubblicizzare a livello sempre più vasto la città con ricadute economiche e occupazionali oltre a quelle d’immagini. Si potrebbero compiere anche sinergie nel periodo delle tragedie classiche con maggior pubblico anche esterno e discesa di grandi nomi. Poi ci sono fondi europei a disposizione per investire in queste attività culturali.”

Alla fine non possiamo che dire: c’è tanto che si può fare se ci si vuole impegnare per il bene della collettività.

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