Giovanni Battista Sicheri verso il secondo centenario della nascita (1825-2025)

 

Il 23 novembre del 1879 moriva a La Maddalena Giovanni Battista Sicheri, poeta e patriota originario di Stenico nelle Giudicarie Esteriori in Trentino.

La sua produzione letteraria è stata pochissimo studiata, se si eccettuano ad esempio gli studi di Ennio Lappi e di Graziano Riccadonna, oltre alle iniziative culturali del circolo intitolato al suo nome.

Rocambolesche le sue vicende biografiche, legate alla causa irredentista e risorgimentale.

Ammirevole il lavoro d’archivio condotto sulle carte ottocentesche del Capitanato Distrettuale di Tione, conservate presso l’Archivio di Stato di Trento, su quelle custodite all’Archivio Storico della Provincia di Trento e su vari e numerosi documenti sparsi in archivi e biblioteche fra Trento, Stenico, Milano, Lugano, Avellino, Varese, Sassari e infine nell’archivio comunale di La Maddalena (da ricordare l’impegno di Toni Frau, Giovanna Sotgiu e Francesco Sanna nel portare alla luce le carte relative agli ultimi anni di Sicheri).

Detto il poeta Cangio dal soprannome Cangi, che differenziava la famiglia di Sicheri dagli omonimi del paese, frequentò il ginnasio a Trento e Rovereto, poi, come chierico e poi postulante francescano al Convento delle Grazie in Arco di Trento, con il nome di Frate Leone (vestì l’abito il 23 novembre 1850) continuò gli studi, ma gli ideali patriottici – importante in questo senso l’esempio del fratello Francesco – e l’inclinazione personale lo spinsero alla fuga dal monastero e all’avvicinamento ai circoli mazziniani; coinvolto nei moti del febbraio 1853 a Milano, dovette riparare sotto falso nome (Eugenio Sicheri) in Canton Ticino per sfuggire al mandato d’arresto degli Austriaci.

Docente in Svizzera (fu professore di latino e greco presso l’Istituto Cantonale di educazione femminile superiore di Ascona, gestito dalla cognata Angela Stanovich, e presso il Ginnasio industriale di Locarno), sposò l’insegnante milanese di origine istriana Giuseppina Maria Stanovich, da cui ebbe sette figli, e sempre in Svizzera pubblicò quasi tutte le proprie opere, due poemi e tre commedie: Igiene – poemetto scherzevoleLa Caccia sull’Alpe, Tribunali Giudicariesi, L’Usurajo e La Garibaldina. Ricordiamo anche il poemetto Trasformazioni e la Lorenziade; perduta El filò de Barba Tito. Ultimi momenti di Francesco Degiorgi è invece un carme elegiaco del 1855 pubblicato senza indicazione dell’autore a Locarno presso la Tipografia di F. Rusca (un plauso particolare va a Claudio Giambonini, filogogo svizzero che ha permesso di ritrovare l’opera, attribuibile al poeta Cangio).

Per mantenere la famiglia peregrinò tra Stenico e Milano, dove fu arrestato per la cospirazione mazziniana del 1864 e incarcerato ad Innsbruck, ma non emersero prove della sua attività di cospiratore ed arruolatore “illecito”, condotta insieme a patrioti come Ergisto Bezzi, Filippo Manci e il conte Francesco Martini.

Nell’estate del 1866, mentre fervevano le battaglie garibaldine (già i fratelli Sicheri risulterebbero aver agito come informatori per il Regno d’Italia), a Giovanni Battista venne richiesto, da parte del conte Gerolamo Martini e di Filippo Manci, di attivarsi per fiancheggiare Garibaldi sollevando il popolo contro gli Austriaci, impresa fallimentare: Sicheri e il fratello presenziarono ai fatti d’arme della conquista del forte d’Ampola e di Bezzecca e scortarono nel Bleggio alcune compagnie di garibaldini travestiti da contadini, ma a Clena, vicino a Cavrasto, il tentativo fu abbandonato (controversi sono i rapporti successivi con il generale nizzardo e le opinioni sulle eventuali speranze di Sicheri in una nuova impresa garibaldina in Trentino).

Nel dicembre 1866 Giambattista tornò a Stenico e si stabilì in un podere di montagna, la Credata in Val d’Algone, forse per sfuggire alla polizia asburgica o più probabilmente per dedicarsi ai propri progetti letterari, in isolamento quasi totale, e a quelli relativi alla nuova casa (1870), una specie di “fortino garibaldino” dal bizzarro disegno a losanga e con un’abside sul lato valle.

La famiglia dovrà poi partire per la Sardegna: Sicheri sperava di potervi insegnare, ma a La Maddalena il posto di maestro elementare era già occupato e i titoli svizzeri non erano riconosciuti dal ministero della pubblica istruzione del Regno d’Italia.

Sicheri pensa di aprire una scuola privata per sovvenire ai bisogni dei ragazzi in età scolare che non trovavano posto nella scuola pubblica, i cui insegnanti venivano da fuori Sardegna, erano malpagati e precari: il successo dell’iniziativa gli permette di essere assunto dal consiglio comunale nel ruolo di maestro di prima e seconda nella scuola pubblica.

Si apre poi il momento più tragico della vita di Sicheri, vedovo e costretto a provvedere da solo ai cinque figli rimasti.

Circondato dall’affetto dei figli e dalla cordiale solidarietà della gente del paese, riprese a tenere delle lezioni private.

Sicheri morì il 23 novembre 1879, ma dato lo smantellamento del cimitero settecentesco in cui venne sepolto accanto alla moglie Giuseppina e alla piccola Fiordalina, le sue spoglie e quelle delle sue care non sono state conservate.

Le opere di Sicheri si caratterizzano per un’analisi critico-poetica che muovendo da aspetti autobiografici si allarga fino a toccare temi di valenza etica e di denuncia sociale. L’autore mostra di possedere una solida e vasta cultura classica, da un certo punto di vista attardata e non in linea con gli sviluppi della poesia contemporanea.

L’ingegno del poeta, che coltiva un’interessante vena ironico-satirica oltre a quella elegiaca, in varie opere tenta di elevarsi verso vette pure per dire del progresso e dell’incivilimento dell’umana famiglia, concetti cari all’Illuminismo e al pensiero massonico. Interessante quindi, anche se non insolita dati i tempi e gli addentellati dei moti irredentistici e risorgimentali con “fratellanze” di vario genere, la vicinanza di Sicheri alla “scola negra”: dunque forse è tempo di studiare tutta una corrente sotterranea, esoterica davvero, di poesia “massonica”, che sotto il velo dell’elegia o dell’ironia nasconde concetti tipici di tutto quel fervore di sette e circoli, di idee e azioni che fu una delle anime del nostro Risorgimento e non solo.

Il Circolo Culturale “G.B. Sicheri” da sempre promuove la conoscenza della vita e delle opere di Giovanni Battista Sicheri attraverso eventi, manifestazioni ed iniziative culturali, specie il concorso letterario a lui intitolato e le ristampe delle opere del poeta stenicense, oltre alla redazione e stampa di un fumetto sulla vita del nostro personaggio, distribuito agli studenti della Scuola secondaria provinciale.

Tutte le commedie sicheriane sono state portate in scena; le rappresentazioni di due di esse si sono aggiudicate il primo posto assoluto al concorso filodrammatico “Sipario d’oro” di Rovereto (città legata a doppio filo alla nostra Siracusa, visto che proprio a Rovereto nacque Paolo Orsi, figura che unisce due regioni solo apparentemente distanti).

Il 5 novembre scorso si è tenuta, presso la Sala consiliare del municipio di Stenico, la premiazione della terza edizione del premio letterario intitolato a Sicheri. La giuria composta da Anna Riccadonna, Enrico Apolloni ed Erminio Rizzonelli (ma prezioso e impagabile è stato il contributo di Aldo Orlandi per i suoi lavori grafici, di Giacomo Bonazza, presentatore eclettico ed entusiasta, di Gabriella Maines, garbata e acuta moderatrice del dibattito seguito alla premiazione, di Luciana Sicheri, di Paolo Orlandi, segretario del concorso, di Claudio Morelli e, ultimo ma non ultimo, dell’instancabile presidente del circolo nonché squisito ospite Elvio Busatti) ha selezionato i saggi vincitori della terza edizione: primo classificato è stato Ivan Sergio Castellani, con lo pseudonimo Spirto Guerrier, autore del saggio “Sicheriade – Le stagioni del poeta Cangio” (rimarchevole che lo studioso e scrittore di Monza abbia vinto le tre edizioni del concorso, qualificandosi così come uno dei maggiori esperti di Sicheri); seconda classificata è risultata la poetessa Barbara Lozzi di Lomagna (Lecco), con lo pseudonimo di Erato, autrice del saggio “Dei poemi e dell’attribuzione poetica di Giovanni Battista Sicheri (1825-1879)”, mentre la terza classificata è stata Maria Lucia Riccioli, con lo pseudonimo di Nina Ciciliana, autrice del saggio “Le opere di G. B. Sicheri tra ironia, elegie ed oltre”.

La speranza è che in vista del bicentenario della nascita di Sicheri (1825) il circolo riesca a coinvolgere l’Università di Trento e comunque gli ambienti accademici e il mondo della scuola per approfondire ulteriormente la figura e l’opera del poeta di Stenico e valorizzarla in ambito sempre più ampio.

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