“La stagione dell’angelo”: Rosalia Messina e la narrazione delle solitudini

In narratologia esiste un personaggio con un ruolo specifico, quello dell’angelo, ovvero del messaggero: l’etimologia della parola “angelo” è infatti greca e il significato è appunto quello di “portatore di messaggi” – pensiamo ad esempio al dio Ermes-Mercurio, con le ali ai piedi, spirito di mezzo tra la terra e il cielo, o alle innumerevoli figure di angeli legati alle varie religioni o forme di spiritualità; e non solo: se ripercorriamo la storia della letteratura o del cinema, in una storia spesso esiste un personaggio che ha la specifica funzione di far comprendere ad un altro qualcosa o di orientarne il percorso.Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone

Queste osservazioni ci sembrano utili per inquadrare meglio il romanzo di Rosalia Messina “La stagione dell’angelo” uscito per i tipi di Chi Più Ne Art Edizioni. Il plot vede intrecciarsi le vicende di due diverse solitudini, quella di una ragazza in cerca di se stessa e di un’anziana signora sempre più smarrita e sola dentro. Riusciranno ad essere l’angelo una dell’altra?
Questo libro, dallo stile asciutto e scabro, che riesce a scavare nella psiche e nei sentimenti evitando la trappola del sentimentalismo, realista eppure aperto alle suggestioni dell’impalpabile, dell’interiorità visionaria, dell’inatteso, dell’imprevisto, del colpo d’ala dei personaggi, angeli feriti, rappresenta un altro tassello del percorso letterario di Rosalia Messina, che indaga con semplicità (apparente) e sapienza le dinamiche familiari, i problemi degli “anni d’argento” (espressione che citiamo per ricordare una precedente prova narrativa dell’autrice), nelle sue pagine fitte e intense conduce il lettore tra cucine, saloncini, balconi, stanzette, brevi percorsi urbani – setting azzeccato per questi anni pandemici – quasi a significare l’isolamento fisico oltre che psicologico dei personaggi.
Un foulard in volo è il colpo di dadi che avvia la vicenda, una sorta di aquilone che costringerà le due solitudini che unisce a trovarsi e a cambiare esiti già previsti, da una parte anticipando e dall’altra ribaltando il finale – suggestiva la copertina, che gioca tra grigi e neri e con una macchia di colore dialoga col testo.

Rosalia Messina

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