BELGIO: LA PATRIA DELLA DEMOCRAZIA DEL FUTURO

Abbiamo già raccontato qualche settimana fa di come in Belgio nel 2011 sia stato realizzato il più grande processo deliberativo dal basso della storia, che coinvolse oltre mille cittadine e cittadini comuni estratti a sorte. In questi nove anni, sono stati compiuti ulteriori passi avanti verso un sistema democratico più compiuto e al passo coi tempi.

Ad oggi il Belgio si presenta forse come lo Stato maggiormente pionieristico e più avanguardista al mondo nel campo dell’innovazione democratica. E ciò è dovuto in particolare a quanto è stato deciso in due dei suoi tanti territori. Seppur molto piccolo, infatti, il Belgio è uno stato federale composto da ben tre Regioni e tre Comunità linguistiche. Ebbene, due di queste – la Regione di Bruxelles-Capitale e la Comunità germanofona – hanno introdotto per prime nella storia e nel mondo due diverse tipologie di organi permanenti composti da cittadini comuni estratti a sorte.

Ma vediamo brevemente queste due innovazioni più nel dettaglio.

OSTBELGIEN, DUE ORGANI PERMANENTI COMPOSTI DA CITTADINI

La Comunità germanofona del Belgio – Ostbelgien, in tedesco – è la più piccola regione federata d’Europa, con i suoi 850 km2 e 75.000 abitanti.

Nel 2018 il primo ministro di questa Comunità chiese a un gruppo di esperti ed accademici internazionali nel campo della democrazia deliberativa di progettare un modello di democrazia in cui i cittadini fossero coinvolti più direttamente. Il gruppo lavorò per qualche mese e al termine dei lavori presentò il proprio progetto, che fu votato all’unanimità dal Parlamento della Comunità. Per la prima volta nella storia si ebbe un organo legislativo composto da politici eletti che approvarono l’istituzione di ben due diversi organi permanenti composti da comuni cittadini estratti a sorte dalla popolazione su base campionaria e stratificata.

Il primo organo è chiamato “Consiglio cittadino” ed è composto da 24 persone che sono già state membri di almeno una “Assemblea cittadina”, l’altro organo.

Ogni sei mesi si ha un rinnovo di un terzo dei membri, quindi 8 cittadini lasciano il loro posto ad altri 8, sorteggiati dalla popolazione. Pertanto, il Consiglio cambia totalmente composizione ogni diciotto mesi

I suoi compiti sono essenzialmente tre:

1) fissare l’agenda delle priorità – ovvero esplicitare al Parlamento quali sono le priorità per la Comunità per i diciotto mesi a venire,

2) consigliare al Parlamento di creare, per alcune o tutte le priorità emerse, un’Assemblea cittadina ad hoc che deliberi a riguardo,

3) monitorare le azioni del Parlamento – ovvero fare un’analisi di se e come le raccomandazioni delle Assemblee cittadine sono state accolte ed attuate dal Parlamento. Se il Parlamento rigetta una proposta proveniente da un’Assemblea cittadina, esso deve infatti motivare le ragioni della sua scelta con un documento ufficiale.

L’altro organo sono le già citate “Assemblee cittadine”. Esse sono composte ciascuna da un numero di cittadini compreso tra 25 e 50. Durano in carica tre mesi e il loro compito è quello di discutere e deliberare sul tema loro assegnato dal Consiglio cittadino e dal Parlamento e di elaborare su questo tema raccomandazioni e proposte indirizzate al Parlamento stesso.

Un impiegato statale è stato assunto dalla Comunità germanofona con l’incarico di “Segretario” per svolgere compiti cruciali quali il sorteggio dei cittadini dalle liste anagrafiche, il reclutamento degli esperti chiamati a intervenire nelle Assemblee, la sovrintendenza alla corretta preparazione e svolgimento delle riunioni del Consiglio cittadino e delle Assemblee cittadine, eccetera.

Ora, una provocazione. L’Ostbelgien conta circa 75.000 persone. Quante città o comuni italiani hanno una popolazione pari o addirittura inferiore? Asti, Aprilia, Caserta, Gela, Ragusa, Pavia, Cremona, Capri, Altamura…

LA REGIONE DI BRUXELLES: POLITICI E CITTADINI FIANCO A FIANCO

L’altra grande innovazione democratica belga viene da una Regione, la Regione di Bruxelles-Capitale.

Qui nel 2019 sono state istituite dal Parlamento regionale e nel Parlamento regionale delle “commissioni deliberative”, ciascuna composta da 15 parlamentari e 45 cittadini estratti a sorte.

Così com’era già accaduto in Irlanda con la “Convenzione sulla Costituzione” del 2013-2014, anche in questo caso si ha un organo che non si compone interamente di cittadini comuni sorteggiati, bensì da una quota maggioritaria di questi e da una quota minoritaria di politici di professione, parlamentari.

Una volta all’anno, per ciascuna commissione parlamentare esistente viene creata una corrispondente commissione deliberativa.

Fino a un massimo di 1000 cittadini possono proporre su quale macro-tema debba essere creata ogni singola commissione deliberativa, presentando una proposta al Parlamento tramite il sito web.

Ciascuna commissione lavora per quattro giorni, durante i quali i 45 cittadini e i 15 parlamentari si confrontano tra loro e con esperti e stakeholder

Seguono le deliberazioni finali e le votazioni sulle proposte elaborate.

I parlamentari che si astengono o votano contro quelle proposte che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei voti favorevoli dei 45 cittadini estratti a sorte devono pubblicamente motivare e spiegare la loro scelta.

Tutte le proposte approvate invece dalla maggioranza dei 45 cittadini e dei 15 parlamentari sono incorporate in un report e presentate alla rispettiva commissione parlamentare.

Entro sei mesi, questa deve produrre un documento in cui mette nero su bianco come intende procedere con le proposte pervenute.

Un’altra provocazione. E se provassimo a sperimentare questo modello nei nostri Consigli comunali? Magari scopriremmo che funziona, che la collaborazione tra politici di professione e cittadini accresce la fiducia reciproca e che la qualità dei provvedimenti presi ne risulta accresciuta. Magari potremmo pensare di istituire la stessa cosa anche nei Consigli regionali per arrivare poi un giorno, chissà, allo stesso Parlamento nazionale.

Se funziona, funziona. Ma funziona? Funziona!

Da leggere

LA LETTERA CON CUI IL MINISTERO DELLA CULTURA STRONCA LE MODIFICHE  STATUTARIE DELIBERATE  DAL CdA  DELL’INDA E NE CHIEDE “LA RIFORMULAZIONE”

RIBADITO IL RUOLO DI DIREZIONE E GESTIONE DELL’ATTIVITA’ ARTISTICA DEL SOVRINTENDENTE  Il Ministero della Cultura …

Commenti recenti