Magda Mangano, scrittrice e sceneggiatrice della seguitissima fiction L’Allieva

“L’allieva”, fiction di RaiUno di grande successo giunta ormai alla terza stagione, è tratta dalla fortunata serie dei romanzi di Alessia Gazzola. Medicina legale, rapporto docente affascinante-allieva dapprima inesperta, poi sempre più capace di essere spalla forte e valida compagna, poi professionista indipendente, un pizzico di romanticismo e una punta di giallo, et voilà.

Forse ci appassioniamo ai protagonisti, magari ci chiediamo chi sia il regista di una serie, ma non tutti conoscono chi lavora, per così dire, dietro le quinte di un “prodotto” televisivo che richiede gioco di squadra e competenze specifiche.

“La Civetta di Minerva” ha incontrato per voi Magda Mangano.

È un piacere per me rispondere alle tue domande!

Sui social ti presenti come “Internship at RAI FICTION STUDIOS (Screenwriting, Content Development, Story Editing) presso Rai Radiotelevisione Italiana”: ci spieghi qual è il tuo ruolo nello sviluppo delle fiction?

Sui social ho inserito questa sigla per indicare la mia ultima tappa formativa. Faccio riferimento, in particolare, a uno stage nei reparti di RAI FICTION, che per me è stato importante per “iniziarmi” a questo mestiere. Il mio ruolo nello sviluppo delle fiction è in una parola: sceneggiatrice. Ho lavorato e tuttora lavoro spesso come assistente editoriale per varie serie tv (il termine esatto è Story Editor o Staff Writer) ma la mia formazione è principalmente da autore e sceneggiatore televisivo. Che è quello che, nello specifico, sono stata per “Allieva3”.

Come hai iniziato il tuo lavoro di sceneggiatrice? Spiegaci il tuo percorso di studio e “apprendistato”.

Tutto è iniziato da un’idea. Il desiderio di imparare a comunicare tramite l’arte del dialogo. Inizialmente è stata una curiosità, il desiderio di affinare il mio linguaggio aprendomi a nuove possibilità espressive. Poi questo desiderio si è trasformato in una vera e propria passione che ho deciso di approfondire. Ho frequentato un Master di Primo Livello in Drammaturgia e Sceneggiatura presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio d’Amico (ANAD). In questa occasione, ho avuto modo di incontrare tanti professionisti del mestiere che mi hanno insegnato ad esplorare l’arte della scrittura televisiva. In seguito, ho avuto modo di toccare con mano cosa significa scrivere, editare e assistere ai vari step della scrittura televisiva grazie a uno stage nei reparti di RAI FICTION. Ho cominciato la mia esperienza professionale con Peter Exacoustos, grande autore, sceneggiatore e regista televisivo con cui ho collaborato in diversi progetti, fra cui appunto, le tre stagioni di “Allieva”. 

La scrittura “seriale” è molto diversa da quella narrativa da cui sei partita… parlacene un po’.

Esattamente. La mia prima esperienza con la scrittura è stata come autrice di narrativa (nel 2014 ho scritto un romanzo dal titolo “I colori della mia notte”, una biografia romanzata di Diane Arbus con cui mi sono classificata prima in Sicilia al premio Rai “La Giara”). Dunque ho avuto modo di sperimentare sia il linguaggio narrativo che quello televisivo. Credo che narrare e sceneggiare siano due forme di comunicazione che nascono dalla stessa “matrice” ma che utilizzano modalità espressive diverse. La scrittura narrativa è per definizione descrittiva, evocativa, intima… a volte autoreferenziale perché nasce da un’emozione forte che “evoca” qualcosa. La scrittura televisiva è invece una scrittura per immagini, per azioni. Quando scrivi devi immaginare le tue parole sullo schermo e pensare al pubblico che le “ascolterà”. Non sei tu il primo referente della tua storia, ma il pubblico stesso. È una scrittura universale che deve individuare un linguaggio che sia il più possibile accessibile a tutti.

Il fatto di essere messinese come Alessia Gazzola ti ha aiutata? La sua “sicilianitas” alla Rai e in genere a Roma è un valore aggiunto?

È stata una casualità e una piacevolissima scoperta che l’autrice dei romanzi da cui avremmo tratto una serie tv fosse messinese come me. Ovviamente sapevo già chi fosse Alessia Gazzola, ma ho avuto modo di conoscerla personalmente solo durante i lavori di “Allieva”. Il fatto poi che fosse siciliana come me mi ha fatto sicuramente… sentire “a casa”. Credo che essere siciliani sia un valore aggiunto come potrebbe esserlo qualsiasi altra identità regionale. È importante valorizzare, raccontare e condividere con gli altri la propria identità culturale e credo che farlo nel rispetto delle identità altrui sia sempre un valore aggiunto. In qualsiasi mestiere.

A cosa stai lavorando attualmente?

A vari progetti di cui, al momento debito, prometto che vi parlerò! (sorride). Comunque, posso dire che scrivere una storia ne evoca sempre tante altre che, per analogia o meno, aprono mondi nuovi da esplorare. Il lato avvincente (e spesso difficoltoso) di questo mestiere, è proprio questo: non si smette mai di pensare! E quando meno te lo aspetti, arriva l’idea giusta!

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