Il canale di gronda a Villaggio Miano c’è ma non serve a nulla

Mancano non solo tutti i collettori pluviali di regimentazione separata delle acque bianche e di quelle nere ad Epipoli ma, in primis, l’adeguamento dei canali a valle del cimitero. E per completare l’opera ci vogliono una ventina di milioni

 

E siamo al mese più freddo dell’anno. Ancora, ai primi di gennaio, qualcuno si tuffava nel nostro mare e se ne gloriava sui social network. Ma almeno per ora, il calo di temperatura è notevole ed è scesa la prima neve anche sugli Iblei. Di certo qualche acquazzone, di quelli capaci di mandare in tilt la città, come sempre accade, ci sarà e sicuramente le strade di Villaggio Miano torneranno ad allagarsi. Chissà se il simpatico Gino, come nel settembre scorso, avrà di nuovo il coraggio di nuotare tra le fetide acque del quartiere scansando la spazzatura.

Riesploderanno le polemiche, probabilmente i consiglieri di quartiere come i militanti del Movimento 5 Stelle torneranno a chiedere l’esenzione dalla tasi e lamenteranno l’assenza di una programmazione step by step delle opere di collegamento “a pettine” delle strade perpendicolari a viale Epipoli, sebbene non sia questo il primo ostacolo da superare.

Di sicuro c’è comunque che il canale di gronda è una realtà dal 2013, da quando la Provincia lo ha formalmente consegnato al Comune. Un’opera di cui si parlava dal 1995, del costo di circa 5 milioni di euro, completata in 5 anni (del 2008 la convenzione tra i due Enti) dopo aver superato la difficoltà di individuare tutti i proprietari (anche quelli emigrati) dei terreni su cui far gravare la servitù di passaggio; solo in un caso infatti si è dovuto ricorrere all’espropriazione del bene.

Un canale che quindi c’è ma non serve a nulla: manca tutto il resto, non solo tutti i collettori pluviali di regimentazione separata delle acque bianche e di quelle nere ad Epipoli ma, in primis, l’adeguamento dei canali a valle del cimitero. La loro portata, pari solo a 3 mc di acqua al secondo, è di un decimo rispetto a quella del canale (30 mc/sec) e provocare un allagamento della statale 124 significherebbe sottoporre a rischio anche il sotterraneo passante ferroviario.

L’assessore Alfredo Foti, in un suo recente intervento, ha dichiarato che sarebbe in itinere la validazione del progetto di circa 6 milioni di euro per il loro adeguamento e per gli scarichi a mare ma non siamo riusciti a raggiungerlo per sapere se qualcosa si stia facendo, se sia possibile contare su qualche finanziamento nazionale o europeo, per esempio su quelli che di volta in volta vengono promessi dai politici. E’ comunque evidente che solo dopo si potrà procedere alla realizzazione dell’intero sistema fognario dell’area compresa tra Belvedere e Pizzuta, lavori quantificati nel 2012 dall’allora sindaco Roberto Visentin intorno ai 15 milioni di euro.

Ricordavamo in un articolo del 2013 che uno dei problemi più seri, segnalati dall’allora ingegnere capo Andrea Figura, era proprio dato dalla totale assenza delle opere di urbanizzazione già a partire dagli anni 70, ma in maniera più significativa, a causa della miriade di cooperative lì insediatesi, nell’ultimo decennio di massiccia cementificazione di una zona particolarmente sensibile nell’assetto idrogeologico. Le concessioni edilizie infatti sono state rilasciate egualmente e nessuno ci ha messo mano, né la stessa amministrazione comunale né “in surroga”, come prescritto dalla normativa, i costruttori. Nella logica del risparmio e del massimo profitto, eccezion fatta per la fogne dell’acqua nera, si è pensato poco e niente tanto all’illuminazione quanto alla rete idrica, per lo più optando per la “naturale” dispersione delle acque bianche nel terreno o in pozzi.

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